mercoledì 31 ottobre 2012

Draghetto, Philip Dick e Atto di Forza


Questo è un draghetto. Fatto sovrapensiero mentre guardavo un vero film brutto.
Total Recall. Diretto da Len Wiseman, con Colin Farrell e un paio di squinzie bellocce. La prima domanda che mi è venuta in mente, dall'inizio della seconda parte alla fine del film è, "come vi siete permessi". Era tanto bello il primo, del 1990, era tanto carino il raccontino di Dick. Si stava meglio quando si stava peggio.
Come si sono permessi? Si sono permessi semplicemente così, facendolo.
La trama scritta sul traghetto per Ischia col mare a forza 7 fuori e il tavolino che balla in cabina. Non credi neanche per un minuto che il protagonista abbia perso memoria e poi la recuperi. Almeno con il poro Arnold Schwarzenegger, negli anni novanta, la sua fessura tra gli incisivi ti faceva capire, unitamente alla onnipresente vena sulla fronte, che qualcosa non andava, con un austriaco caleidoscopio di emozioni. Tipo ON/OFF. Qui non si capisce semplicemente nulla. Corrono, si sparano, urlano, poi corrono e si ri-sparano. Come i biscotti inglesi, burro, farina, burro, burro e poi un po' di burro. Non c'è più tutta la storia di Marte che era fica e faceva sognare noi giuovini virgulti. E poi basta co sto kung fu nei vicoletti, co gente che salta sulle pareti come se stesse sulla giostra del calcio in culo nella piazza di Avezzano. La solita pippa delle classi sociali e che il mondo è ingiusto dal Burundi a Cerenova, le radiazioni e le citazioni tra cui campeggia l'immortale puttana con 3 tette 3 (tre)! Ci hanno speso 200 milioni di dollari. Con circa 273 dollari, dal mio amico cornettaro dietro piazza Cavour a Roma, avrebbero assicurato un catering faraonico di bombe e cornetti, tutti sarebbero stati felici ugualmente, e sarebbe avanzato pure qualche spiccio per comprare il cocomero e aspettare l'alba. Non finisco neanche di scrivere la trama, meglio leggerla su Wikipedia, almeno qualcosa si capisce. Tanto poi, andando a vedere il film, è meglio avere il web sotto mano per capire che quello che c'è scritto sta in realtà accadendo sullo schermo. Se no, uno non lo sa e sente urla, spari, salti, urla e spari. L'unica cosa interessante è un mega ascensore che porta la gente a lavorare e passa con eleganza e realismo da una parte all'altra della terra e che se se rompe in mezzo, avoglia a chiamà l'Otis.

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